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Il lago dell'Accesa (ant.te Lacus Lacchise) si trova nell'area di degradazione delle Colline Metallifere grossetane verso la Maremma grossetana, all'estremità meridionale del territorio comunale di Massa Marittima. Il lago, di origine carsica, dà vita al fiume Bruna, ed è caratterizzato da profondità variabili mediamente tra i 20 e i 40 metri circa; presenta la tipica flora lacustre, con arbusti e canneti che si sviluppano in prossimità delle sponde.Il lago era già conosciuto in tempi molto remoti.Gli Etruschi si insediaronono già nel VI secolo a.C. nell'area del lago dell'Accesa, grazie alla presenza dei vicini giacimenti minerari di argento, piombo, materiali ferrosi ed oro, sebbene quest'ultimo in quantità piuttosto scarsa. Il distretto industriale etrusco si sviluppò sulla vicina area collinare: ancora oggi rimangono numerose tracce nel parco naturale, dove sono visibili anche alcune tombe e resti di edifici abitativi.

L'attività industriale proseguì anche nei secoli successivi, sia in epoca romana che oltre, concludendo il proprio ciclo ultrabimillenario nel corso del Settecento. Nelle località di Forni dell'Accesa e di La Pesta, ubicate all'interno del parco[1], si sono conservati i resti degli altiforni che testimoniano la passata attività siderurgica, legata all'industria estrattiva.L'interruzione delle attività industriali coincise con l'inizio delle opere di bonifica settecentesche intraprese dai Lorena, che determinarono, tra l'altro, una notevole riduzione della superficie lacustre, a vantaggio di nuovi terreni ottenuti per le attività agricole, prevalentemente legate alla coltivazione del tabacco.

La notevole inclinazione delle sponde, che sprofondano rapidamente sotto le acque, non favorisce lo sviluppo di vere fasce di vegetazione elofitica né la presenza di popolamenti di idrofite radicanti. Inoltre la messa a coltura dell'area perilacustre ha cancellato quasi completamente la seriazione naturale della vegetazione in funzione dell'umidità del terreno, in particolare sul lato orientale e quello settentrionale.

La fauna ittica di questo lago è molto compromessa in quanto composta quasi completamente da specie introdotte come persico trota, persico sole, persico reale, gambusia e Carpa erbivora(Ctenopharyngodon idella), chiamata anche Amur e comparsa negli anni novanta: la sua introduzione da parte di ignoti ha segnato la scomparsa degli erbai di Potamogeton che si estendevano lungo alcuni tratti di sponda e in alcune aree dei fondali del lago; queste creavano un luogo ideale per la riproduzione del luccio italico per i quali il lago era famoso fin dall'antichità. Con il diminuire degli erbai, distrutti dagli amur, nella seconda metà degli anni novanta i lucci hanno perso i luoghi di frega e radunatisi in alcune delle zone di acqua bassa del lago (con ramaie sommerse adatte ai suoi micidiali attacchi di caccia) sono stati letteralmente sterminati dalla sconsiderata azione di prelievo da parte degli uomini. Ciclicamente sono state introdotte trote iridee "pronta pesca" di allevamento delle quali restano probabilmente ancora oggi alcuni rari ed enormi esemplari nelle misteriose acque di questo un lago di Maremma.


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